Il Martedì è sempre stato un giorno scialbo: sta lì in mezzo, tra il Lunedì e il Mercoledì, giorno di transizione, giorno che vuoi, in fondo, passi il prima possibile.
Come santificarlo? Visto che durante la giornata, chi più chi meno, siamo tutti impegnati in attività lavorative o di studio, riponiamo fiducia nella serata che ci possa offrire qualcosa di “bello”, che ci traghetti in avanti nella settimana.
La cena a ‘Na Cosetta è già un buon punto di partenza: soddisfattissimi dalla tartare e dal dolce, aspettiamo che salgano sul palco quattro ragazzi di Utrecht che cadono sotto il nome I am Oak.
Sono onesto: non so cosa aspettarmi, conosco la band, i dischi che spaziano tra il folk e l’indie (contesto abbastanza classicheggiante, no?), e in particolare l’ultimo interessante album, Our Blood (di cui vi abbiamo parlato qui).
Già li abbiamo visti aggirarsi nei dintorni, sembrano spaesati, anche presi male se vogliamo. Ma come vedremo dopo, ci sbagliamo.
Salgono, caffè e I am Oak, siamo pronti. E rimango spiazzato. Due chitarre elettriche, basso e batteria, classico assetto più propriamente “rock” che quello che ti aspetteresti da questa serata al Pigneto.
Ed anche le sonorità, soprattutto nella prima parte del concerto, si uniformano a quello che vediamo sul palco: pezzi non tirati, non esageriamo, ma con un sound che può ricordare Kurt Vile o Steve Gunn.
Si va avanti così e, piacevolmente sorpresi, arriviamo ad un intermezzo più propriamente acustico, che vede protagonista il cantante Thijs Kuijken accompagnato sporadicamente dagli altri tre componenti degli I am Oak.
La seconda parte del concerto si assesta ancora di più su atmosfere dilatate, con Thijs alle tastiere con rimandi (involontari?) ad atmosfere modern soul, soprattutto nell’intreccio voci tastiere.
Quindi tutto il contrario di quello che si poteva pensare: in realtà gli I am Oak hanno offerto uno spettacolo più che solido, trasportabile assolutamente anche in palchi di più grandi dimensioni e, altro che presi male: l’entusiasmo nelle loro parole e ringraziamenti verso il pubblico romano è stato tangibile e sincero.
Ed è stata una bellissima serata.
Pingback: di Oach @La Cartiera – Catania, 27/11/2016 | Indie Sunset in Rome