Alex G – Rocket

Emanuele Chiti per TRISTE©

Non so cosa renda sacro per alcuni di noi “appassionati di musica” il concetto di musica anni ’90: forse il fatto che a quei suoni siano legati indissolubilmente momenti di libertà, di sentirsi parte di qualcosa di più grande e più bello della realtà che ci circondava (e pensare che ora in fondo, almeno qui a Roma, è tutto molto più brutto).

Forse ci piacevano solo le chitarre roboanti e le voci sgraziate, le grida e Kurt Cobain. O forse perché quello è stato il decennio in qui sono usciti gli ultimi grandi dischi “rock” che si possano includere in un’eventuale Enciclopedia del Rock (che non comprerò mai).

E grandi canzoni.

E ci siamo sentiti orfani, orfani di un In Utero, di un Crooked Rain, Crooked Rain, di un Mellon Collie, di un Elliott Smith che arrivasse e ci facesse risentire per una volta ancora eterni diciassettenni in guerra con il mondo.

Qualcuno ci si è avvicinato (i Cloud Nothings e la loro rabbia post-Nirvaniana), ma chi più di tutti convoglia quell’idea di “bei tempi passati” è Alex G. Anzi (Sandy) Alex G, al secolo Alexander Giannascoli, classe 1993. Già con il precedente Beach Music, prima uscita su Domino dopo una serie di autoproduzioni, la formula “cantautorato lo-fi da cameretta” ma con le Canzoni (sì, con la c maiuscola) e una ricerca dell’intreccio sonoro mai banale, aveva convinto appieno.

Con il nuovo Rocket, Alex fa ancora passi avanti: entrano altri strumenti in ballo, persino i fiati nella chiusura trascinante di Guilty o il banjo dell’iniziale Poison Root. Ok, può avergli dato una mano il beneplacito di Frank Ocean, fan di Alexander (che ringrazia piazzando vocalizzi in autotune debitori del buon Frank), ma c’è del talento puro e cristallino. Basta ascoltare Sportstar e rendersene conto. E sì, Rocket può aprire porte inaspettate per il futuro: chissà dove ci porterà Alex.

Tra le mie più grosse arrabbiature della settimana c’è il fatto di aver scoperto che Alex G non passerà per l’Italia nel prossimo tour autunnale europeo: speriamo che diventi ancora più grande ed esca del tutto dalla sua cameretta e ci possa venire a trovare presto.

Non avremo più diciassette anni ma sentire un ragazzo del ’93 che ci mette il cuore in quello che fa è sempre una meravigliosa riscoperta.

4 pensieri su “Alex G – Rocket

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