Mount Eerie – A Crow Looked At Me

Giacomo Mazzilli per TRISTE©

Ora, so benissimo che mi attirerò qualche critica per i miei tempi lunghi e per il fatto che mi ritrovo a recensire un disco che è uscito più di un mese fa, ma la mia giustificazione è che non ho avuto il tempo.

Suona come la più semplice delle scuse, forse la più vera, per Mount Eerie è la risposta giusta. Infatti, A Crow Looked at Me non è un disco per cui si deve avere tempo, è piuttosto il disco stesso a trovarlo. Scavandoti nei momenti in cui il tempo si sospende, graffia la tua imperturbabile agenda fino a quando il graffio diventa un solco.

E poi musica, e poi anima, ed infine, passione, memoria, vita.

Sapere di trovarsi di fronte ad un album scritto per “moltiplicare la mia voce che afferma che l’amavo”, una voce che grida al mondo il lutto della perdita della persona amata, non è semplice.

Questo processo è incredibilmente toccante e leggero al tempo stesso: quando penso che naturalmente il lutto porti verso lidi di esistenzialismo, Phil Elverum, ci porta nella quotidianità della mancanza, dell’assenza. Come nella opening di Real Death quando dice: A week after you died a package with your name on it came
And inside was a gift for our daughter you had ordered in secret
And collapsed there on the front steps I wailed
A backpack for when she goes to school a couple years from now
You were thinking ahead to a future you must have known deep down would not include you.

E’ il potere guartiore dell’arte, in questo caso della musica, a dare una speranza, ed è forse anche per questo che gli arrangiamenti delle canzoni restano essenziali e minimalisti (Ravens, Forest Fire, Toothbrush/Trash) fino a quando questo processo di guarigione inizia a lasciare un piccolo posto ad una flebile speranza in Soria Moria – un posto mitologico norvegese in cui regna la felicità.

Una successione di canzoni amare, tristi e profondamente umane ci fa navigare all’interno di questo percorso in cui progressivamente la musica guarisce i nostri mali. Finiamo a Crow in cui simbolicamente il testimone viene passato alla figlia senza mamma. Ed incosapevolemente si ritrova a parlare di futuro e a sentire questo enorme peso gravare un po’ meno sulle sue spalle.

A Crow Looked at Me è un’opera maestosa, in cui Phil Elverum decide di enfatizzare l’immagine della morte offrendo una via verso il futuro: è un disco che parla per dare una nuova interepretazione alle cose, per offrire una riflessione ed un nuovo punto di partenza.

Come tutti i capolavori non si limita a descrivere le cose, ma guarda oltre, offre un’alternativa migliore, parla di morte per celebrare la vita, la speranza. Lascia il segno ed incosapevolmente ci seguirà nella nostra vita di tutti i giorni.

Credo che sia quello che l’arte dovrebbe sempre offrire, e ringrazio Phil Everlum di aver preso il tempo per rcordarmelo.

 

4 pensieri su “Mount Eerie – A Crow Looked At Me

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