Surma – Antwerpen

Sara Timpanaro per TRISTE©

Immagina di non avere elettricità e comodità come quella del tuo divano.

Immagina di non possedere una chiave di casa, e quindi di sentirti una facile preda. Immagina di non poter usare il collegamento internet, ma di pensare e dipendere dalla ciclicità del tempo che scandisce la tua giornata.

Questo che ho appena descritto non è un racconto di Quark (ma sono sulla buona strada). È un frammento di vita della tribù dei Surma, che vive in Etiopia, Africa.

Ho scoperto questa tribù grazie ad una piccola ricerca su Débora Umbelino, in arte, appunto, Surma.

Ragazza giovanissima di origini portoghesi, di lei vi avevamo già parlato qualche tempo fa. Il 26 ottobre ha realizzato il suo primo album, Antwerpen, per Omnichord Records. Un lavoro di forte intensità. Finemente pensato per perdersi nella giungla dei pensieri e ritrovarsi magicamente in pienezza con gli elementi naturali che ci circondano.

In Antwerpen, Débora Umbelino cerca di riprodurre dei suoni naturali, alimentando ancora di più questa connessione con elementi tribali, come l’utilizzo di percussioni (che sono tra i principali protagonisti di questo progetto).

Suoni antichi, quindi, che cercano (e trovano) una fusione con elementi digitali in una continua sperimentazione. È una sorta di metafora della nostra ipermodernità: ricercare l’elemento naturale nel contemporaneo. E Surma lo fa nella sua musica con tutta la sua fragilità. Gli elementi entrano in contrasto per poi fondersi.

Una caratteristica, questa, evidenziata anche nei suoi video. Si trucca il viso, esattamente come se stesse preparando se stessa ad un rito. Esalta i colori, i luoghi e il bisogno di contatto fisico. E il desiderio di diventare elemento naturale.

I suoni prendono vita attraverso i colori. In Hemma, Surma rappresenta tutto questo. I corpi si muovono seguendo il suono, anche in modo un pò schizofrenico, e l’artista, come una madrina, consacra l’unione dell’uomo con la natura. I suoi occhi sono chiusi, ma la presenza è un significante percepibile.

Antwerpen è un album sperimentale e in continua evoluzione anche nelle orecchie di chi lo ascolta più volte e scopre suoni diversi. Surma si esprime solo in Hemma, nelle altre tracce invece canta la sua voce si confonde divenendo anch’essa strumento musicale, con l’utilizzo di mormorii che si adattano perfettamente alla musica prodotta dall’artista.

L’album va ascoltato secondo il suo ordine, diventando un fluido che si muove e ripercorre vecchie strade. Ogni brano è un’estensione dell’altro, come in processo che pian piano fonde gli elementi in natura: acqua, terra, flora, aria, luce.

Credo che Antwerpen sia un viaggio lungo le nostre emozioni più personali, e ancestrali. È un processo di fantasia, chi lo ascolta è indotto a trovare nella propria memoria luoghi già vissuti o crearne di nuovi, per dare sfogo a quelle emozioni sommerse, antiche, primitive, quelle emozioni che ci permettono di percepirci in un luogo sicuro dove possiamo liberamente lasciare che il corpo ritorni ad essere libero.

2 pensieri su “Surma – Antwerpen

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