Tra i tanti cambiamenti che l’anno 2000 ha portato con sé c’è stata anche la possibilità, per quasi tutti, di scaricare musica da internet gratuitamente (più o meno legalmente).
Certo avere un brano di cinque minuti con un modem a 56K, richiedeva almeno un paio di ore e stare collegati alla rete per ore era molto costoso e teneva la linea telefonica occupata, ma la passione per la musica spingeva anche a queste follie.
Passavo pomeriggi a scaricare, dal computer del mio posto di lavoro (che, ci tengo a sottolinearlo, pagavo di tasca mia), brani di artisti che non conoscevo, per poter fare, poi, acquisti più ponderati.
Non ricordo come mi imbattei in Songs: Ohia (il nome del progetto derivava in parte da “Ōhi’a lehua”, un tipo di fiore hawaiano), ma l’attrazione fu immediatamente fatale, tanto che avrò perso un mese (e speso un capitale) per scaricare suoi brani in maniera casuale da Napster.