My Baby Don’t Understand Me.

Vi avevo mai detto qual’é la cosa che in un batter di ciglio mi fa alzare dalla sedia e gridare al miracolo? Sono i fiati nei pezzi pop. Quelli che ad esempio amava usare Arthur Lee, genio indiscusso del pop psichedelico.

Sara’ il fatto che non sto facendo niente oggi al lavoro o sara’ il fatto che ormai mi dividono due o tre settimane dal trasferirmi nel sud della francia, a me questo disco di Natalie Prass piace da matti.

Lo chiamano Chamber Pop, questo pop delicato e semplice, dalla voce sussurrata, piacevole, eseguito senza sforzi. Sembra facile, ma non esiste cosa piú difficile del creare un suono semplice che non sia banale. My Baby Don’t Understand Me.

Forse é per questo che ho un pensiero, un aggettivo ricorrente che mi accompagna in questo disco: POP. Come il pop dovrebbe essere fatto, una sorta di white soul o white R’n’B, con qualche upbeat qua a lá.

Pezzi come Bird OF Prey, Your Fool, Why Don’t You Believe In Me?, Never Over You che hanno addirittura sfumature motown si vanno da aggiungere alla tavolozza pop di Natalie. Non finisce qui, perché andando avanti  ci sono pezzi come Christy e It Is You che coi loro archi si dirgono in posizioni opposte: Anna Calvi il primo, mentre il secondo sembra uscito da un film di Walt Disney.

Un disco sensibile, delicato come i sensi che cercano di risvegliarsi in questo inizio di febbraio a -2 del sud-est di Albione.  Come l’incipit di My Baby Don’t Understand Me. Our love is a long goodbye? In questo caso e’ un lungo viaggio. In crescendo.