Schivare una pietra che affonda. E la mente comincia ad immaginarsi sommersa dall’acqua di mare, mi viene in mente quella dell’isola d’Elba – salata – che mi insegnò a nuotare solo. C’è un sasso che cade dolcemente, un movimento fluido ed ovattato che ricama alla perfezione i bordi dolci degli arrangiamenti di Jordan Lee.
Sono pochi gli artisti che ti fanno sognare e distaccare completamente dalla realtà.
Bisogna schivare la pietra che cade. è un imperativo che forza la nostra immaginazione e la piega alla versatilità di tale affermazione: riguarda tutti e riguarda nessuno.
Le parole di Jordan Lee scorrono lente, come le bolle d’aria che sgorgano dall’acqua mentre sto ancora osservando il mondo dal fondo del mare. Mi ricordano le parole di un altro autore straordinariamente contemporaneo, Matt Berninger:Tiny bubbles hang above me. It’s a sign that someone loves me
E qualcuno ama davvero i Mutual Benefit al punto da avergli donato accesso a quella stanza in cui vengono racchiuse le melodie perfette. Quelle a cui hanno accesso solo i più grandi. Jordan le lavora delicatamente, le asseconda e le nutre di suoni perfetti. Le rispetta prima di tutto. Not for Nothing è la canzone che mi ha aperto la porta verso il mondo che viene svelato nel suo secondo album. Mi ricorda tanto un altro artista che si è perso un po’ per strada, tale Damon Gough aka Badly Drawn Boy e la sua Pissing In The Wind.
E il perdersi mi è dolce in questo mare:
But in solitude we’re often chased,
by the truths we are afraid to face,
and it takes more than just a fleeting dream
to set us free,
like how we tried to skip a sinking stone,
just to watch how long that it could go,
I’m so afraid to fall in love again,
I know how it ends.
Schivare le pietre che affondano, ma la mente inizia a pensare alle conseguenze. Magari ce n’è una per cui vale la pena rivedere i propri limiti. Magari è quella che guarda verso l’orizzonte, verso l’infinito e che sta solo cominciando il proprio cammino (come dice Jordan in Skipping Stone).
A volte per riconoscere un diamante basta solo aprire il cuore. I Mutual Benefit ne sono la dimostrazione. Disco dell’anno, again.
Pingback: Le Firme di TRISTE© – Top 5 2016 | Indie Sunset in Rome
Pingback: TRISTE #Marsiglia – Top 10 2016 | Indie Sunset in Rome
Pingback: Mutual Benefit – Thunder Follows The Light | Indie Sunset in Rome