Quilt @ Unplugged in Monti @ Black Market (Roma) – 10/04/2014

Oggi è il mio compleanno. E come accade da molti anni (praticamente da sempre) non è che organizzi chissà quali cerimonie, nemmeno per questo “traguardo” che è un po’ più rotondo di altri….d’altronde devo conservare il mio ruolo di essere la metà meno “entusiasta” di TRISTE©.

Nonostante questo, una sorta di festeggiamento può essere considerato il bel concerto di ieri sera al Black Market, dove per una nuova data di Unplugged in Monti sono arrivati i Quilt. Eccovi la nostra review, senza dolce e senza candeline.

Foto (di qualità infinitamente migliore delle mie solite) su gentile concessione della fotografa e amica Agnese Sbaffi

Foto (di qualità infinitamente migliore rispetto alle mie solite) su gentile concessione della fotografa e amica Agnese Sbaffi

Negli ultimi anni c’è stato un forte ritorno delle atmosfere psych-rock/folk/pop/altro. Dai Tame Impala, passando per Unknown Mortal Orchestra fino ai Temples (giusto per citare un po’ di nomi), molti sono i gruppi che hanno ripescato nei ’60s e attualizzato poi queste sonorità fluttuanti e (più o meno) rilassate.

Tra queste band un ruolo importante lo hanno anche i Quilt: nel 2011 escono con il loro primo (omonimo) album e riscuotono subito un buon successo. La band statunitense si ripete poi in questo 2014 con l’ottimo seguito Held In Splendor (di cui vi abbiamo già parlato qui), confermando sia le proprie qualità che il fatto di saper interpretare con personalità questo genere. Proprio per questo era molta l’attesa per il loro primo tour in Italia. La conferma si trova anche nel rapido sold-out del concerto di ieri sera.

Pronti via e il Black Market si riempie dei suoni rarefatti ed onirici tratti dai due lavori in studio dei quattro musicisti. Pezzi come Eye Of The Perl o Young Gold mostrano appieno come la band sappia unire psichedelia e gusto melodico in un mix sempre piacevole e coinvolgente.

Il live è impreziosito dal fatto che molte delle canzoni vengano “estese” (rispetto alla versione su disco) con intermezzi e lunghe code strumentali in cui la band trasforma questo angolo di Roma in un locale di Haigh-Ashbury di qualche decade fa.

Suoni e voci si mescolano continuamente dando vita ad un sound “avvolgente” (qualunque cosa voglia dire) e intrigante, che trova i suoi picchi più alti in singoli come l’ottima ballad psych-folk Arctic Shark o Tie Up the Tidese nei continui cambi di ritmo di pezzi come Saturday Bride.

Un altro bellissimo concerto per Unplugged in Monti, che si conclude con bis e tanti applausi per una serata di ottima musica.

Ora però è ancora il mio compleanno e io vi saluto. Devo continuare a non-festeggiare ancora per un po’.

P.S. Un sentito ringraziamento va a Valerio e Silvia per avermi consegnato un profiterol con candelina dopo il concerto (anche se in anticipo rispetto alla mezzanotte) e a Carmen, senza la quale non avreste la maggior parte dei video di questi live.

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