Siamo oramai nella settimana natalizia. Qualcuno di voi è già in ferie mentre qualcun altro, come me, è ancora al lavoro e deve aspettare ancora qualche ora prima di aumentare immancabilmente di peso a seguito di cene e pranzi eccessivamente calorici.
Come ogni anno, attendiamo proprio il clima festivo per consegnarvi (in voluto ritardo rispetto alla consuetudine di questo “rito”) le nostre classifiche di fine anno. Ma prima di sapere quanto diverso è stato il 2014 musicale secondo la parte londinese rispetto a quella romana, per quest’anno abbiamo una sorpresa in più.
Sì, perchè una novità di questo 2014 TRISTE© è stata che oltre alle due “anime storiche” del blog, si sono aggiunti dei nuovi amici che con la loro passione per la musica e le loro parole hanno contribuito a rendere ancora più variegata ed interessante la nostra proposta.
Così, nel ringraziarli nuovamente (e pubblicamente) per essere entrati nella nostra “piccola famiglia” (definirla redazione ci sembra davvero fuori luogo) vi presentiamo qui le top 5 dei nostri più assidui collaboratori (L’ordine è in rigoroso ordine alfabetico. Sia per nome che per cognome, tanto era lo stesso eheh).
La top 5 di Francesco Amoroso
5. Ben Seretan – Ben Seretan. Quando sperimentazione fa rima con emozione. Un lavoro torrenziale e trascinante con titoli come The Confused Sound Of Blood In A Shining Person. Ecstatic Joy è il motto del suo autore. Come non amarlo?
4. Comet Gain – Paperback Ghosts. Venti anni di carriera e sette album e la perfetta rappresentazione delle varie anime dell’indiepop. Si definivano “ingenui e un po’ incoerenti”. Li amo proprio per questo (e per le loro splendide canzoni)
3. Bell Gardens – Slow Dawns For Lost Conclusions. Kenneth Gibson dei Furry Things e Brian McBride, degli Stars Of The Lid sfornano nove coinvolgenti elegie romantiche e banchettano con inumi tutelari della neo psichedelia più languida e sognante per un capolavoro emozionale minore
2. Ned Roberts – Ned Roberts. La bellezza che, nella sua forma più pura, germoglia sempre dalla semplicità. E lascia senza parole. Un talento sincero e fuori dall’ordinario che punta dritto al cuore. Un album che mi accompagnerà a lungo
1. Aldous Harding – Aldous Harding. Dalla Nuova Zelanda (nazione dell’anno a mani basse, musicalmente parlando) la giovane Hannah Harding con la sua voce inconfondibile si muove sul filo della tradizione per regalare un album di folk atemporale e fuori moda. Stop Your Tears? Sorry Hannah, non credo sarà possibile.
La top 5 di Marica Notte
5. Jon Hopkins – Asleep Versions (EP). L’alternanza tra le note più intense (alcuni direbbero anche rumorose) dell’elettronica con quelle più delicate di strumenti come il pianoforte rendono lo spazio e il tempo intorno a noi elegante, malinconico e profondo. Aggettivi un po’ inusuali per la musica elettronica, che nelle mani di Mr. Hopkins invece si trasforma
4. Karen O – Crush Songs. Senza dileguarsi troppo nei testi, Karen O dimostra ancora una volta la sua bravura nell’unire la creatività prettamente musicale con quella stilistica
3. Eels – The Cautionary Tales of Mark Oliver Everett. Alcune volte un disco può essere un valido sostituto di un libro, perché può riassumere e raccontare la propria storia ascoltando la voce del narratore. Che in questo caso è quella di Mark Oliver Everett. E come quando finisci di leggere un libro, così quando finisci di ascoltare questo intenso album ti viene voglia di chiamare l’autore e scambiarci due chiacchiere
2. King Creosote – From Scotland With Love. Sembra quasi un invito a ballare con la persona amata seguendo con calma le delicate note e le sincere parole raccontate dal bravissimo Kenny Anderson. Basta solo prendersi per mano e muovere i piedi, la musica ci aiuterà
1. Beck – Morning Phase. Sei anni di attesa vengono ripagati immediatamente sin dalle prime note. Semplicemente bellissimo
La top 5 di Peppe Trotta
5. Barzin – To Live Alone In That Long Summer. Un disco intimo, impreziosito da arrangiamenti che completano la grande capacità lirica di Barzin, come sempre incentrata sulla sua voce e sul suono della sua chitarra
4. Caught In The Wake Forever – My Family Goes On Without Me. Perfetto equilibrio tra suoni elettronici e narrazione vocale, non c’è nulla che suoni fuori luogo. Emozionante
3. Micah P. Hinson – Micah P Hinson and the Nothing. Elegante, ispirato. Una raccolta di canzoni che si imprimono in modo indelebile nella memoria
2. Aaron Martin – Comet’s Coma. Un meraviglioso viaggio alla scoperta del rumore delle stelle. Perfetto per chi ama sognare ad occhi aperti
1. James Yorkston – The Cellardyke Recording And Wassailing Society. Malinconico ritratto di un cantautore e della sua terra, un disco ricco di suoni che emergono ascolto dopo ascolto. Semplicemente sontuoso
Queste erano le top 5 dei nostri più assidui “collaboratori”. Nei prossimi giorni arriveranno anche le nostre. Nel frattempo godetevi queste gemme del 2014.
Noi intanto ringraziamo di nuovo i nostri compagni di viaggio. Che, come detto nel titolo, non riteniamo siano semplici collaboratori. Ma dei cari amici.
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