Angel Olsen – My Woman

angel-olsen-my-womanYou’ll never be mine.

Chissà quante volte lo abbiamo pensato. Io di sicuro l’ho provato quando con il suo fare sfuggente Angel Olsen è passata sul palco dell’Electric Balroom di Camden. Ho amato talmente tanto Burn Your Fire for No Witness che mi fece male, trovarmi sedotto e abbandonato.

Fu fin troppo facile parlare male di quell’esperienza di 40 minuti o poco più. Ci andai con il mio compagno di concerti a Londra. Si chiama Mathieu, uno di quei parigini che ti fanno ricredere dell’arroganza che si attribuisce ai natii dell’Ile de France. Interessato a tutto, dal cinema alla musica, e con il quale ci siamo scambiati tanti favori musicali: io lo portai da EELS alla Royal Albert Hall lui da Gruff Rhys al Koko di Camden.

Per Angel Olsen andò diversamente.

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Future Loves Past – Hold On Tight EP

Poche cose riescono a raggiungere l’intensità di un Venerdì sera inglese. Ci si mette all’incirca due settimane per rendersene conto. Voglio dire, dopo due settimane che ci si è trasferiti qui, si capisce che non si riuscirà mai a migliorarne l’esito.

Tutto inizia verso le 5 di sera, quando vedi i tuoi colleghi di lavoro smettere di lavorare. Ci si fionda al pub, nemmeno l’ombra di uno spuntino veloce, prima pinta di birra che va giù in meno di un minuto, la seconda pronta ad essere sorseggiata. Gente che paga i giri da 6-7 birre ciascuno. Gente che ti guarda come fossi un marziano quando si accorge che le tue pinte durano tipo 15 minuti. Finisce quasi sempre in qualche posto che serve junk food, ma per fortuna a Londra, ci sono tante possibilità. Finisce sempre che ci si ricorda poco, ma finisce sempre con dei bei ricordi.

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