Emily Jane White – They Moved In Shadow All Together

Giulia Belluso per TRISTE©

“Una mattina Gregor si è svegliato ed era uno grosso insetto…“

Credo di aver riso per cinque minuti buoni, quando ho letto l’incipit di questo racconto e ho lasciato che la mia fantasia trasformasse il personaggio principale proprio in lui… il mio vicino di casa.

Le circostanze paradossali hanno evidentemente sempre avuto una grossa attrattiva per me (questo spiega il perché di molte mie situazioni dalla discutibile ironia) e, in qualche modo, sono sempre state parte integrante di tutto il mio percorso.

Così non potevo non restare affascinata dal paradosso creato dalla musica di Emily Jane White, che causa in me la felicità, sfruttando l’abuso di tristezza.

EmilyJaneWhite-TheyMovedInShadow-LPjacket-ART-OUTLINEThey Moved In Shadow All Together è il quinto album della cantautrice californiana, il cui cammino è iniziato nel 2007, e si compone di undici tracce che riescono (paradossalmente) a fondere un folk-rock crepuscolare e inquietante con suoni e atmosfere romantiche e fuori dal tempo, impreziosendo il tutto con una voce serica, suadenti melodie, sfumature fortemente evocative e ipnotiche.

Il titolo del disco  prende spunto da Outer Dark, romanzo dell’immenso Cormac McCarthy che narra di un mondo tetro e senza speranza, di violenze, malattie e oscurità, tutte tematiche che sembrano essere ben care (sin dal debutto) alla nostra empatica cantautrice.

Non è un caso se, in The Black Dove, si esprime a sostegno della lotta anti-razzista contro la violenza della polizia e in Womankind affronta apertamente la questione della brutalità subita dalle donne, che spesso finiscono per ritirarsi nel silenzio e nell’isolamento.

La registrazione dell’album è stata effettuata nella “echo chamber” degli studios Tiny Telephone di John Vanderslice a San Francisco, e la White ha utilizzato la stanza come strumento, esplorando ogni ampiezza e regolazione del suono.

Le canzoni di Emily Jane White sono perfettamente armoniose, tra arrangiamenti ariosi grazie ai quali la sua voce raggiunge note liriche ed atmosfere vagamente spettrali e claustrofobiche, riuscendo ad evocare, in tal modo, due musiciste piuttosto influenti per le nuove generazioni del cantautorato al femminile, ovvero la grazia di Hope Sandoval (dei Mazzy Star, ve ne abbiamo parlato qui) e la grinta di PJ Harvey.

Alternando chitarra e pianoforte con grande maestria, Emily Jane White cattura tutta la mia attenzione sin dal primo ascolto, placando le mie elucubrazioni sul paradosso, ma ciò non toglie che, se Gregor fosse stato il mio vicino di casa, lo avrei comunque risucchiato con quella aspirapolvere che gli piace tanto utilizzare nelle prime luci della domenica mattina.

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6 pensieri su “Emily Jane White – They Moved In Shadow All Together

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