Kurt Vile – b’lieve I’m going down..

Con gli amici a volte non si ha bisogno di parlare troppo, ci si capisce al volo. Come quando al Field Day di qualche anno fa io, Vieri e Giuliano decidemmo di andare a vedere un capellone con la camicia di flanella a fare un po’ di casino sul palco.

Potrebbe sembrare la descrizione di un suo amico e collega, tale Adam Granduciel, ma sto parlando di Kurt Vile. Due amici sulla cresta dell’onda del revival shoegaze che ha ripreso il proprio spazio nel repertorio indie delle ultime stagioni.

Capelli lunghi, sfiga a palate e quell’allure/look da emarginati che farebbe pensare a degli outliners – reietti – ed invece si ritrovano al centro del mondo: uno, con quello che da molti é stato definito disco dell’anno 2014; l’altro con quello che potrebbe reppresentarlo nel 2015.

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L’ho subito pensato al primo ascolto, quando Pretty Pimpin ha iniziato a fare parte della mia quotidianità. Con questo nuovo approccio KV ci consegna un album fascinoso, rilassato, profondo e al tempo stesso semplice. Poche note, pochi ritmi e tempi dilatati per un album in cui la maggior parte dei pezzi va oltre i 5 minuti.

Ci sono momenti molto introspettivi come la bellissima That’s Life, tho (almost hate to say), o l’echeggiante All in a Daze Work. Ma come nella migliore delle strutture, é sulle estremità dell’album che si ergono i pilastri di un’opera grandiosa.

Oltre alla già citata Pretty Pimpin, troviamo Wild Imagination, una perla rara di quasi 6 minuti a chiudere un’opera che con un poco più di sintesi avrebbe potuto essere un capolavoro senza tempo, al di sopra delle mode e delle epoche.

In questa opera Kurt sembra chiedere al mondo di fermarsi ad ascoltarlo, e a volte purtroppo si ha l’impressione che il mondo di fuori vada un po’ troppo veloce per lui. Un po’ come quei negozi che ancora vanno avanti in un’era di centri commerciali.

Fuori dal tempo, come certe amicizie che si consolidano nel corso della vita e trovano una ragione di esistere anche senza aver speso poi cosi tanto tempo a parlarne. Ho sentito dire che a volte gli amici veri ti stanno vicino in silenzio, e nel treno della tua vita, sono solo una carrozza più in là.

Sarà forse una certa affinità che non riusciamo a spiegare, quella che scorre a livelli altissimi, siderali e che nel più profondo dei casi è il semplice risultato di affidarsi alla propria Wild Imagination. E il pensarci è dolce.

 

 

 

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