Kurt Vile – b’lieve I’m going down..

Con gli amici a volte non si ha bisogno di parlare troppo, ci si capisce al volo. Come quando al Field Day di qualche anno fa io, Vieri e Giuliano decidemmo di andare a vedere un capellone con la camicia di flanella a fare un po’ di casino sul palco.

Potrebbe sembrare la descrizione di un suo amico e collega, tale Adam Granduciel, ma sto parlando di Kurt Vile. Due amici sulla cresta dell’onda del revival shoegaze che ha ripreso il proprio spazio nel repertorio indie delle ultime stagioni.

Capelli lunghi, sfiga a palate e quell’allure/look da emarginati che farebbe pensare a degli outliners – reietti – ed invece si ritrovano al centro del mondo: uno, con quello che da molti é stato definito disco dell’anno 2014; l’altro con quello che potrebbe reppresentarlo nel 2015.

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Field Day 2013 @ Victoria Park (London) – 25/05/2013

I festival fanno sbocciare gli amori. Succede quando per settimane ci si culla nel desiderio di vedere qualche artista dal vivo e poi ci si ritrova lì davanti in prima fila e sembra quasi che l’amore sia contraccambiato. Per me quest’anno è successo con una band.

Il Field Day 2013 aveva fornito un biglietto da visita eccitante quest’anno: Animal Collective, Bat for Lashes, Daughter, Disclosure, TNGHT, Four Tet, e chiaramente anche molti “clash” che ci hanno messo in difficoltà. Daughter o Bat for Lashes o Disclosure? Animal Collective o TNGHT? Four Tet o Django Django?

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Black Light Dinner Party – We Are Golden – 2013

La cena al buio – o qualcosa di simile – potrebbe far pensare ad un ristorante “fancy” del centro Londinese (sembra che anche il sito sia stato creato da un non-vedente…), invece è semplicemente il nome di un’interessantissima band from NYC. Più precisamente, Brooklyn, la Glasgow d’oltreoceano. Ah-Ah.

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East India Youth – Preview – 2013

La gioventù dell’est India è un progetto di William Doyle, un giovane ragazzo di Bournemouth, cittadina del Dorset famosa ai più per non essere famosa. Una storia che in poche righe mi ricorda il nostro Enrico Boccioletti, che noi di TRISTE© adoriamo. Proprio come il talento nostrano, il Doyle si era dapprima avvicinato alla musica rock-pop-indie formando una band con alcuni amici, salvo poi realizzare i limiti espressivi dettati dal genere e dalle ambizioni del gruppo (“faceva schifo suonare in una delle centinaia di rock band Oasis-style” ).

East-India-Youth

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Everything Everything – Arc – 2013

I neri hanno la musica nel sangue. Non c’entra niente con la recensione, ma farà sembrare meno “luogo comune” quello che dirò fra poco: è solo live che si riesce a capire la qualità di una band. Ad essere sincero, un paio di anni fa, quando vidi gli Everything Everything dal vivo non rimasi impressionato. Il live-set sembrava un po’ confusionario, le linee melodiche un po’ tutte uguali e non si riusciva a riconoscere quei suoni che su disco rendono le loro fatiche meritevoli di attenzione.

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