Questa è una recensione che arriva in ritardo. Non è stata una cosa voluta, ma un po’ una conseguenza del periodo impegnativo in cui mi sono ritrovato ultimamente. Non preoccupatevi, non ci saranno derive “passive-aggressive” piuttosto riflessioni sulla “serendipity” che se non sapete cos’è proverò a spiegarvelo in qualche modo. Ah, perdonate gli inglesismi, ma serendipità proprio non si può sentire.
L’esatto opposto di Sunbathing Animal, un disco piacevole, preciso, psichedelico e in qualche modo sorprendente per i sempre-più-amati Parquet Courts. Che andrò a vedere mercoledì prossimo a Londra e qualche giorno dopo a Glastonbury. In your face!
Serendipity è, per esempio, sdraiarsi a prendere il sole, mettere in cuffia il nuovo disco dei PC e scoprire di essere davanti a qualcosa di meraviglioso. Non che non me l’aspettassi, ma se devo essere sincero, non avrei mai pensato di ritrovarmi alle prese con un disco che prende a piene mani da repertori veramente distanti fra loro: si va da Buddy Holly ai Pavement, ai Grateful Dead, dai nostranissimi (nostrati? ahahaha) Jennifer Gentle, Silver Jews e soprattutto Black Lips (una delle band più divertente che possiate mai vedere dal vivo).
Il suono è talmente psichedelico che forse solo Sunbathing Animal riesce a trovare quella ruvidità che li ha fatti conoscere al mondo, quell’urgenza tanto peculiare della cultura punk. Pezzo fantastico.
D’altro canto, come il precedente Light Up Gold, i pezzi degni di nota sono tanti: Bodies che dà il benvenuto, Black and White con quel suono veramente alla Jennifer Gentle, Dear Ramona che sembra cantata da Stephen diointerra Malkmus, fino all’intermezzo Up All Night che ricorda gli Strokes alle prime armi.
Tutto si chiude con Into The Garden che mi ricorda tanto i Silver Jews ed uno dei miei più grandi rimpianti: non essere andato a vederli ad Umbertide nel 2006.
Forse a volte è meglio fare le cose senza pensarci troppo, fare quello che ci piace fare, ritrovarsi inconsapevolmente soddisfatti e realizzati.
Voto 8. Serendipità.
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