D’angelo and The Vanguard – Black Messiah

Uno dei miei libri preferiti di sempre inizia in un modo unico, originalissimo, addirittura nelle note di stampa. L’autore è un geniaccio americano, uno di quelli dal talento smisurato. Uno di quelli che riesce sempre a non prendersi sul serio come solo gli americani sanno fare. Parte con una dichiarazione diretta verso i suoi lettori, dice: “in una scala da 0 a 10 dove 0 significa completamente omosessuale e 10 significa completamente eterosessuale, io mi posiziono al numero 7”.

L’autore è Dave Eggers, un uomo per cui ho una stima sconfinata. Un po’ come per il D’angelo di Voodoo, quello del video di How Does It Feel. Già, il video che guardavo la notte, su Brand:New, di nascosto, perché avevo paura che mia mamma potesse pensare che in quella scala da 1 a 10 mi potessi posizionare al numero 1, dato che per 4 minuti di video, si vedono gli addominali di D’angelo.

Ma in verità, la cosa che tuttora mi imbarazza, è la qualità di quel pezzo senza tempo, quella voce soul senza limiti, quella sensualità che solo un’artista meraviglioso riesce ad esprimere. Qualcosa che contestualizzata, raggiunge vette che solo Sam Cooke aveva raggiunto.

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Sean Rowe – Madman

Ci sono giorni tristi. Senza la ©. Giorni in cui perdi persone a te care. Ma la vita è così. Fa il suo corso. E il tempo va avanti, come è giusto che sia. Anche se a volte “is not such a friend”. E tutto questo ti riporta a pensare da dove vieni e dove andrai. E alle tue radici. Ciao nonna.

E se pensiamo invece alla musica, le radici di tanta produzione contemporanea sono intrise di polvere e acqua delle paludi. Di folk, blues e soul. E il nuovo disco di Sean Rowe non potrebbe meglio racchiudere tutto questo.

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Chet Faker – Built On Glass

Quando vivi in un paese straniero riesci a capire meglio quali sono le differenze culturali fra paesi diversi. Lo capisci quando passi la Manica, e lo capisci principalmente nel momento in cui realizzi che, con tutti gli sforzi del caso, sarai per sempre italiano.

Ora però, basta con le speculazioni, perché, come dice Chet Faker, Talk is Cheap.

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Kwes – ilp

UUUUUU. Great news ahead of me. Ho trovato i biglietti per Glastonbury 2014, e a quanto pare uno degli headliners del festival dovrebbe essere Prince. Come potrei quindi pensare fosse solo un caso  che il primo brano di questo cd meraviglioso si chiami Purplehands. Si, purple, quel colore tanto caro al genio di Minneapolis.

Infatti non credo sia così, come non lo è il fatto che ultimamente ascolti solo musica elettronica ed Anna Calvi. Facendomi dare del pazzo in metro quando cercando con ogni sforzo possibile di minimizzare i movimenti semi-involontari del capo ad ogni battuta (80 o 180 bpm che sia), finisco sempre in uno stato di trance che mi fa saltare le fermate, facendomi scendere ad Highbury & Islington: 15 minuti out-of-range.

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Barbarossa – Bloodlines – 2013

Di quale sete ci disseteremo / e quale luce ci raggiungerà al mattino / di quale volo le nostre ali di cartone / stanno volando già.

Questo testo è di Luca Barbarossa. Cantautore (…) italiano. E potete stare tranquilli. Non è di lui che parliamo.

Bloodlines è il nuovo disco del londinese James Mathé, aka Barbarossa. Eccovi la nostra review.

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