A differenza del mio “collega” londinese, io non sono propriamente un “concentrato di entusiasmo” (no, proprio no). Ragiono molto (troppo) sulle cose. E freno gli slanci. Tant’è che spesso nemmeno metto i voti ai dischi che recensisco mentre altre volte mi accorgo col tempo di essere stato troppo stretto di maniche.
Questo però non vuole dire che non mi sia letteralmente consumato un sacco di dischi anche negli ultimi 12 mesi. E che non abbia apprezzato l’ottima qualità di questo anno di musica. Tenendo presente che le classifiche sono sempre qualcosa di difficile e (soprattutto) di personale, ho cercato di mettere insieme i 10 dischi che più ho apprezzato in questo 2013. Recuperando per l’occasione un po’ di slancio.
10 – Cate Le Bon – Mug Museum La cantautrice gallese di base ad LA, al suo terzo LP. Are You With Me Now? da brividi, in un disco di ottima fattura.
9 – CHVRCHES – The Bones Of What You Believe L’atteso debut della band scozzese non ha deluso. Synthpop tirato a lustro e tanta carica.
8 – Vampire Weekend – Modern Vampires of the City La band di Ezra Koenig al disco della maturità: operazione riuscita.
7 – Califone – Stitches Dopo un’attesa di 4 anni, torna Tim Rutili. Con il solito, enorme, spessore.
6 – Waxahatchee – Cerulean Salt Il secondo lavoro di Katie Crutchfield è passato abbastanza inosservato. Ma c’è tanto da ascoltare in questo LP.
Eccoci nella top 5
5 – Parquet Courts – Light Up Gold Non è propriamente il mio genere…..ma questo disco è davvero ben fatto. Grinta da vendere.
4 – Arcade Fire – Reflektor Forse, per il salto effettuato, band dell’anno. Il disco che, a prescindere dalla bellezza dei pezzi (e qui so che i giudizi sono discordanti), li trasforma da musicisti in artisti a tutto tondo.
3 – The National – Trouble Will Find Me L’unica pecca di questo album è l’essere un album dei The National. Niente di nuovo? Forse no. Ma che classe.
2 – Mikal Cronin – MC II Il signor MC piazza un disco praticamente perfetto. Accendete lo stereo e tirate giù i finestrini. Anche d’inverno.
1 – Phosphorescent – Muchacho Lo dico da tempo e lo confermo: Matthew Houck è riuscito ad unire melodie e profondità, tristezza e rinascita. Tutto insieme. In un disco splendido. Che merita la posizione più alta della mia classifica.
A questi dischi, come fatto dal mio collega vorrei aggiungere alcune “menzioni speciali”: tra gli altri Groenland (ancora quasi sconosciuti in Europa, ma se ci seguite sapete quanto sia bello il loro debut), Kurt Vile (che continua a produrre musica di grande qualità), John Grant (con un altro grande disco), The Leisure Society (molto bello il loro nuovo lavoro, ma sottovalutato), Jon Hopkins (elettronica sopraffina), Courtney Barnett (il suo doppio EP trasformato in album è veramente una chicca).
Ma questi sono solo alcuni. E sicuramente ce ne saranno altri che non ho nominato che invece per voi sono stati molto importanti. Ma non importa. E’ proprio questo il bello della musica Tant’è che anche guardando la classifica mio collega (nonostante i nostri gusti non siano per nulla lontani) è possibile trovare delle differenze sostanziali.
La cosa importate è che continuiate ad ascoltare. Magari insieme a noi. E ricordate sempre:
Don’t be sad, be TRISTE©
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