Molly Burch – Please Be Mine

mollyburch_pleasebemineSara Timpanaro per TRISTE©

Qualche giorno fa ho smarrito l’ennesimo porta tabacco.

E’ diventata una maledizione perché ogni anno ne acquisto uno e finisco per perderlo. Proprio quest’ultimo ha retto 3 traslochi in 3 differenti città. L’ho sempre trovato molto scomodo e lo usavo nell’attesa tra un porta tabacco e l’altro.

Dopo lo smarrimento ho creduto che sarebbe stato meglio non acquistarne più. Non chiedetemi come mai ho associato questa triste storia al senso dall’amore, e come oggi questo verbo così nobile, risuona nella società nel quale viviamo in modo del tutto capovolto.

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Joe Sampson – Songs of Delay

joesampson_songsofdelayGiulia Belluso per TRISTE©

Settembre è un mese bellissimo.

Il caldo torrido comincia ad allentare la propria morsa e le giornate sempre più fresche si accorciano lentamente, minuto dopo minuto. Purtroppo è anche il mese in cui veniamo di nuovo travolti dalla frenesia della vita di tutti i giorni: accompagna la nonna, corri al supermercato, compra un biglietto aereo, ricordati di riprendere la nonna, non percorrere le vie intasate dal traffico e (magari) vola al concerto.

La frenesia di settembre è come il caldo appiccicaticcio di agosto: non te ne liberi facilmente. A meno che nella playlist musicale che hai in macchina ci sia l’imperscrutabile delicatezza di musicisti come Joe Sampson.

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King Creosote – Astronaut Meets Appleman

kingcreosote_astronautmeetstheapplemanUna cosa molto importante è sapersi prendere il proprio tempo. Per rilassarsi, per fare le cose nel modo giusto, per dare alle cose il giusto peso.

Io non lo so fare.

Accumulare impegni e progetti in modo quasi compulsivo da l’impressione di stare effettivamente facendo qualcosa. Purtroppo questa abitudine rischia di intaccare sensibilmente la qualità dei risultati.

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Anna Tivel – Heroes Waking Up

Giulia Belluso per TRISTE©

Ogni mattina la sveglia suona (forse anche troppo) puntuale.

Apro gli occhi, fisso il muro per qualche minuto, mi dirigo verso la cucina (in testa canticchio una canzone), degusto un ottimo espresso.

Mi lavo. Già so che impiegherò un’eternità per truccarmi, lascio che mia madre mi “attacchi” con la sua parlantina mentre continuo a prepararmi, inciampo sempre nello stesso punto, così, ogni mattina ricordo di dover comprare delle pantofole della mia taglia.

Nel mio quotidiano c’è sempre una melodia che mi suona nella testa, o forse sono io a essere un po’ suonata, ma di sicuro le dolci note di Anna Tivel sarebbero una perfetta colonna sonora di sottofondo.

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Emily Jane White – They Moved In Shadow All Together

Giulia Belluso per TRISTE©

“Una mattina Gregor si è svegliato ed era uno grosso insetto…“

Credo di aver riso per cinque minuti buoni, quando ho letto l’incipit di questo racconto e ho lasciato che la mia fantasia trasformasse il personaggio principale proprio in lui… il mio vicino di casa.

Le circostanze paradossali hanno evidentemente sempre avuto una grossa attrattiva per me (questo spiega il perché di molte mie situazioni dalla discutibile ironia) e, in qualche modo, sono sempre state parte integrante di tutto il mio percorso.

Così non potevo non restare affascinata dal paradosso creato dalla musica di Emily Jane White, che causa in me la felicità, sfruttando l’abuso di tristezza.

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